Considerando la rapida evoluzione di hardware e software, è spesso difficile ricordare gli smartphone Android che per primi hanno introdotto certe caratteristiche hardware.
Processori
Inutile dire quanto i chipset mobile siano componenti di estrema importanza per la vita o la ‘morte’ di un dispositivo. Dai primi dispositivi single-core ai dual-core, quad-core e octa-core fino ad arrivare ai telefoni deca-core, abbiamo assistito ad una rapida e incredibile evoluzione in fatto di hardware.
Ecco quali sono gli smartphone Android che hanno segnato l’evoluzione del segmento CPU.
Il primo smartphone Android con
- processore dual-core: LG Optimus 2X, uscito nel 2010 con a bordo NVIDIA Tegra 2 dual-core, costituito da due ARM Cortex-A9 con clock a 1 GHz.
- processore quad-core: LG Optimus 4X HD, uscito poco più di un anno dopo, il primo in assoluto nel mondo ad essere equipaggiato di un processore NVIDIA Tegra 3 T30 caratterizzato da un quad-core di ARM Cortex-A9 a 1.5 GHz.
- processore hexa-core: risale ufficialmente a un anno fa, è il Samsung Galaxy Note 3 Neo dotato di S Pen stylus con a bordo Exynos 5 Hexa costituito da 2 core Cortex-A15 a 1.7 GHz e 4 core Cortex-A7 a 1.3 GHz.
- processore octa-core con architettura big.LITTLE: è il Galaxy S4 con Exynos 5 Octa costituito da 4 Cortex-A7 e 4 Cortex-A15. L’architettura big.LITTLE permette di usare un gruppo di core per una certa durata, scambiando dinamicamente il carico di lavoro tra gruppi.
- processore octa-core con utilizzo simultaneo di tutti i core: seppure il Samsung Galaxy S4 sia considerato il primo smartphone Android octa-core, non ha mai avuto accesso a tutti i suoi 8 core simultaneamente, cosa che è riuscito a fare invece per la prima volta UMI X2S, dispositivo con a bordo un MediaTek MT6592 che in pochi forse ricordano.
Architettura CPU
Con Apple iPhone 5s, il gigante di Cupertino ha annunciato al mondo l’era dei processori a 64-bit per i dispositivi mobili. Ovviamente, la concorrenza ne ha subito seguito l’esempio equipaggiando i suoi smartphone Android con CPU a 64-bit. Attualmente, esistono numerosi smartphone a 64-bit, sia di fascia alta che di fascia media, e si spera ovviamente che in futuro questa architettura predomini il mercato. Uno dei maggiori vantaggi dell’architettura a 64-bit per processori mobile è la sua capacità di gestire oltre 4 GB di memoria RAM.
Tolto il pioniere per eccellenza – Apple iPhone 5s – che nel 2013 ha stupito col suo processore dual-core A7 a 64-bit – il primo smartphone Android con
- processore quad-core a 64-bit è stato HTC Desire 510 nel 2014, primo telefono di fascia media a debuttare con a bordo un processore Qualcomm Snapdragon 410 a 64-bit.
- processore octa-core a 64-bit è stato HTC Desire 820.
RAM
Il debutto dell’architettura a 64-bit sui dispositivi mobile ha dato il via alla capacità d’integrare oltre 4 GB di memoria RAM negli smartphone Android. Quest’anno abbiamo assistito al lancio di alcuni smartphone in grado di gestire molta memoria operativa, ma come siamo riusciti ad arrivare a tanto?
Il primo smartphone Android con
- 1 GB di RAM: Motorola Atrix 4G annunciato all’inizio del 2011, che abbina un processore NVIDIA Tegra 2 con un diplay da 4 pollici.
- 2 GB di RAM: LG Optimus LTE II uscito nel 2012, dotato di un processore dual-core a 1.5 GHz e un display da 4.7 pollici con risoluzione 720 pixel.
- 3 GB di RAM: Samsung Galaxy Note 3, una vera potenza multi-tasking.
- 4 GB di RAM: Asus ZenFone 2, annunciato nel 2015, il primo smartphone Android a beneficiare dell’architettura a 64-bit con il suo processore Intel Atom Z3580 con RAM DDR3, che non è buono come il DDR4.
- DDR4 RAM: LG G Flex 2, che nel 2015 ha potuto sfruttare le potenzialità del DDR4 tra cui voltaggio minore, miglioramenti del consumo energetico, frequenza più alta e una maggiore densità chip.
Fonte: PhoneArena