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Caso Huawei: è crisi tra Cina e Canada

Il caso Huawei sta facendo molto discutere e rischia di trasformarsi in qualcosa di ben più grande di un semplice arresto internazionale.

La Cina infatti accusa il Canada di aver violato un accordo bilaterale non avendo dato un avviso tempestivo dell’arresto di Meng Wanzhou, direttore finanziario del colosso Huawei, al centro di un caso che sta facendo salire la tensione tra i due paesi. La Cina accusa infatti il Canada di aver violato le regole ed è contraria all’arresto di un suo cittadino, oltre che di un rappresentante di una delle aziende più prolifiche del paese.

“Secondo il protocollo consolare Cina-Canada, se un cittadino cinese è arrestato dal governo canadese, questi lo deve notificare tempestivamente all’ambasciata cinese”, ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang. Il governo canadese è accusato quindi di aver lavorato in modo erroneo, violando importanti accordi tra i due paesi.


L’offensva anti-cinese continua, con l’annuncio del governo Giapponese che afferma di aver escluso Huawei e Zte dalla corsa agli appalti pubblici a causa di una serie di rischi di cybersecurity in ambito militare e finanziario.

La decisione del Giappone nasce dall’allarme lanciato dagli USA di recente, con il divieto di utilizzo di device Huawei e Zte negli apparati statali, a causa di presunti legami tra le aziende e il governo centrale cinese.

Una crisi politiche che coinvolge il mondo smartphone e che potrebbe portare a un’escalation tra i vari paesi.

Inoltre, il rischio è quello di vedere limitazioni ai device Huawei anche in Europa, dal momento che, spesso e volentieri, l’Unione Europea segue tutto ciò che le viene indicato dagli Stati Uniti.

Il colosso mobile non sembra però soffrire più di tanto delle limitazioni, dal momento che i dispositivi Huawei continuano ad andare molto bene e si preparato a fare una manbassa di vendite durante il periodo natalizio.


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