L’aumento degli abbonati è del 32% (+25 milioni) con un fatturato di 1,51 miliardi.
La crescita non ha soddisfatto le aspettative ma è comunque netta e vede una piattaforma ancora capace di crescere e di proporsi a nuovi utenti.
Certo, Spotify non è più il colosso di un tempo e vede la forte concorrenza di altre realtà, prima tra tutte Apple che pare sempre più intenzionata a mettere i bastoni tra le ruote alla società dedicata alla musica.
quello che è certo però è che Spotify riesce ancora a crescere, studiando nello stesso tempo diversi modelli di business.
Tra nuove promozioni e una strategia sempre più aggressiva, il colosso dello streaming musicale ha ancora le sue carte da giocare.
Come spesso accade però, dopo la diffusione iniziale, questo tipo di aziende raggiungono una saturazione e si ritrovano a indietreggiare per forza di cose.
La diffusione capillare di un servizio di nicchia come quello musicale è impossibile, in particolar modo se pensiamo al costo piuttosto elevato dell’abbonamento.
Sembrano premiare invece gli investimenti sul lato Podcast: «Abbiamo visto un piccolo beneficio incrementale dai podcast – spiega la stessa Spotify- durante il primo trimestre dopo le nostre acquisizioni di Gimlet Media e Anchor nel mese di febbraio e il lancio di contenuti di proprietà ed esclusivi. Prevediamo un’accelerazione degli introiti da podcast per la fine del 2019. Nel corso del tempo, la nostra ambizione è quella di sviluppare una soluzione pubblicitaria più robusta per questo segmento che ci permetterà di introdurre misurazione e capacità di reporting che abbiamo per il core business ad-supported».
La app gode quindi di ottima salute, nonostante una crescita che non rispetta le aspettative.
Come già detto però, la crescita a un limite e, l’unica via da percorrere a questo punto è quella della crescita interna nel proprio panorama utenti.