Ancora grane per Facebook, questa volta la casa di Zuckerberg è accusata di aver compromesso i dati di 450 milioni di utenti.
Le informazioni, conservate su server Amazon, sarebbero passate per le app di due gruppi terzi, diventando così non sicure.
I dati inoltre sarebbero stati trasmessi in chiaro, accessibili quindi a chiunque lavorasse nelle due agenzie terze, oltre che ad eventuali cybercriminali.
Un po’ come avviene nel mondo fisico, la trasmissione di dati avrebbe visto una falla lungo la strada, passando da due luoghi sicuri, ma vedendo nel mezzo un percorso scoperto.
Ecco che la compagnia si trova ancora una volta nell’occhio del ciclone.
A questo punto però le cose sono evidenti: Facebook non è sicuro.
Gli incidenti di perdita di informazioni infatti sono ripetuti, quelli noti, se sommiamo tutto quello che probabilmente non è mai stato rivelato ci troviamo di fronte a una situazione di privacy zero.
La notizia arriva da una agenzia belga che ha scoperto e denunciato la falla legate a due compagnie.
Chiunque abbia accesso ai due server Amazon che conservano i dati, da quanto riporta l’agenzia, ha accesso all’interezza delle informazioni custodite.
I server infatti non sarebbero configurati nel modo giusto.
La cosa incredibile è che stiamo parlando delle informazioni private di 450 milioni di utenti, una cifra impressionante che potrebbe portare chiunque abbia avuto accesso alle informazioni a sfruttare dati e segreti anche per ricatti e attività illegali.
Facebook non può rimediare direttamente alla questione, l’unica soluzione sarà quella di chiedere l’eliminazione dei dati dai server compromessi.
Ancora una volta la società dimostra l’incapacità di gestire la privacy dell’utente.
Un buon monito per ricordare di non mettere mai dati importanti all’interno dei social, nemmeno nelle conversazioni private.
Aspettiamo novità, in attesa che arrivi il prossimo e inevitabile scandalo del gruppo Facebook o di qualche altro colosso informatico.