Un nuovo report di The Information avrebbe svelato i contenuti del Mobile Application Distribution Agreement chiarendo gli obblighi contrattuali delle aziende.
La distribuzione di Android ai principali produttori che lo implemetano sui propri prodotti, come noto, è subordinata alla sottoscrizione dell’accordo noto con l’acronimo MADA, ovvero Mobile Application Distribution Agreement, all’interno del quale vengono fissati dai Google dei termini di utilizzo del codice AOSP, sfruttato per la personalizzazione dell’interfaccia, al fine di conseguire i vantaggi del Google Play Store attraverso la certificazione da parte del colosso californiano e tra questi spiccano le Google Apps.Nello specifico, come chiarito dal report di The information, l’accordo MADA 2014 avrebbe visionato una stretta sui termini imponendo, con maggior vigore, alcuni servizi sui quali verte il futuro di Android ed in particolare ai produttori come HTC, Samsung ed LG, è stato imposto di rendere disponibili e pre-installate 20 applicazioni proprie di Google, oltre ad alcuni elementi di sistema primari come la barra di ricerca per Google Now in homepage, l’accesso rapido all’assistente vocale di ricerca direttamente dal launcher, in stile Google Now Launcher e la presenza di una cartella all’avvio contente le principali app Google.
Oltre ciò il colosso californiano avrebbe imposto la realizzazione di una feature di riconoscimento per l’hotword vocale “Ok, Google“, necessaria per l’attivazione della ricerca vocale senza mani, con la sola eccezione di Motorola riuscita a strappare un accordo specifico per l’utilizzo di una chiave di richiamo personalizzata. Tali elementi delle Google Apps, uniti al brand “powered by Android”, sottolineano quanto il colosso di Mountain View stia continuano a marcare il proprio dominio, con vantaggi però reciproci anche verso i produttori che ne adottano le funzionalità.