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Immuni: la app di tracciamento italiana e il metodo Google Apple

L’app Immuni utilizzerà i sistemi di garanzia della privacy studiati da Google Apple.

Una notizia che fa un po’ preoccupare, soprattutto se pensiamo che tutto viene da due aziende, Google in particolare, che traggono profitto dai dati degli utenti.

Vittorio Colao, il leader della task force a lavoro su fase 2 in Italia, ha spiegato il perché della scelta, che ha lasciato perplessi alcuni utenti.

La app dovrebbe arrivare entro maggio, altrimenti sarebbe, secondo le parole di Colao, praticamente inutile.

Resta da capire in che modo la privacy degli utenti sarà garantita e quanto, di ciò che viene raccolto, potrebbe essere colto anche dai nostri sistemi operativi.

Una preoccupazione notevole, che pone un pericoloso precedente per la privacy, già svenduta da tempo, ai colossi del mondo tech.

Ecco cosa dice Colao sulla tutela della privacy e sulla sicurezza degli utenti che sceglieranno di installare Immuni sui loro device:


“Non è così. Non è stato scelto il sistema centralizzato, che manteneva l’identità di tutti i contatti. E’ stata scelta l’altra soluzione, quella Apple-Google. I contatti stanno solo sui telefonini delle persone. Quando scopro di essere contagiato, sono io che metto dentro un codice, che rilascia una serie di codici alle persone con cui sono entrato in contatto.

Colao ha rassicurato gli utenti spiegando che “Tutto avviene in modo anonimo: l’individuo viene informato dal sistema, ma il sistema non sa chi sono i due; la privacy dei due individui è mantenuta. Nessuno conosce l’altro. Il sistema sanitario locale – se vorrà – potrà disegnare l’App in modo da contattare i cittadini, ma in trasparenza.

Resta da capire quante persone scaricheranno la app, assolutamente volontaria, e se sarà un successo, o un esperimento destinato a fallire.

Di sicuro l’idea di un tracciamento costante non è delle più allettanti.

D’altro canto, fino ad oggi, le persone hanno acconsentito ad un tracciamento costante per motivi molto più futili.

La prevenzione del coronavirus è sicuramente più nobile di Google Maps, Facebook e altri tracciamenti accettati per semplice comodità e intrattenimento.


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