Negli ultimi giorni del 2017 tra i vari bilanci di fine anno, erano state trovate 36 app su Google Play Store che avevano un comportamento “strano”.
Queste app erano presentate come strumenti utili per la protezione dello smartphone e tra le varie funzionalità vantavano patch per la sicurezza, scansione, ottimizzazione della durata della batteria, blocco delle app problematiche, wi-fi security e tanto altro.
Solo che, una volta scaricate, non si limitavano a fare il lavoro a cui erano destinate, ma facevano molto di più.
Infatti erano state programmate per rubare i dati degli utenti, la loro posizione, raccogliere notizie sui loro interessi per poi bombardarli di pubblicità aggressiva.
Queste app erano programmate talmente bene che anche ad un’approfondita analisi del codice era difficile accorgersi del problema.
Infatti questi malware erano programmati per non apparire sui seguenti dispositivi: Google Nexus 6P, Xiaomi Mi 4 LTE, ZTE N958St e LGE LG-H525n forse perchè i creatori erano consapevoli dei controlli di Google e non volevano essere eliminati.
Fatto sta che questo tipo di app hanno creato non pochi problemi agli utenti.
Infatti, oltre ai messaggi allarmistici su possibili app infette installate sullo smartphone o sms problematici, all’invio delle notifiche queste app erano in grado di raccogliere i dati dell’utente, sapere la posizione, quali app erano state scaricate da Google Play, avere accesso agli allegati e molto altro, e spedire tutto questo ad un server remoto.
Insomma, la nostra sicurezza sarebbe stata davvero in pericolo in quanto chiunque con un briciolo di conoscenza informatica e di programmazione sarebbe riuscito ad avere accesso a questi dati e venirne in possesso.
Da tutto questo dovrebbe essere facile dedurre che occorre fare molta attenzione a tutto ciò che installiamo sul nostro telefono. Bisogna scaricare app solo da fonti attendibili e conosciute e dare solo le autorizzazioni necessarie al buon funzionamento dell’app stessa.