Il caso Huawei ha fatto molto discutere nel corso dell’estate.
Una vicenda che potrebbe mettere in ginocchio numerose aziende e che ha infastidito i big del mondo tech USA, abituati a guadagnare proprio sulla manodopera a basso costo delle fabbriche in Cina.
Microsoft si è espresse in modo diretto, ritenendo le politiche di Trump anti-americane e pericolose per l’economia.
“Mostrateci cosa sapete, così possiamo decidere per noi stessi”, ha chiesto più volte Smith per chiarire la situazione.
Il riferimento va ai presunti rischi di sicurezza legati ai device Huawei, una situazione delicata se pensiamo a come, ogni giorno, le aziende tech USA vengano accusate di violazione della privacy, violazione delle leggi antitrust e altre irregolarità.
Nel particolare poi, Huawei può vendere prodotti in USA, ma non può acquistare tecnologie da aziende americane.
Uno strano paradosso che non piace ai colossi USA, improvvisamente senza un cliente che rappresentava per molti una delle principali fonti di guadagno.
Microsoft vorrebbe una figura sopra le parti capace di giudicare la situazione e valutare in modo obiettivo rischi e vantaggi.
La vicenda Huawei ha fatto molto discutere, soprattutto per le ragioni mai del tutto chiarite del ban.
Allo stesso tempo però, c’è da tenere conto di come moltissime aziende cinesi acquistino regolarmente dagli USA.
L’attacco a Huawei deve quindi avere un qualche tipo di motivazione alla base, dal momento che non si tratta di un ban generale verso le aziende cinesi.
Ci sono in ballo i rapporti commerciali tra i due paesi, le politiche sui dazi e tanti altri elementi che vanno a rendere più complessa la situazione.
Quello che il mondo tech USA non ama, è il calo degli introiti e l’impossibilità di vendere tecnologie a un facoltoso cliente.
Staremo a vedere come evolverà la situazione e quando, i colossi del mondo informatico americano, possano fare pressione sul governo centrale.